Novembre 2018 - Lettera alla Commissione Europea sullo stato ecologico del lago (traduzione dall'inglese)

 

TRADUZIONE DELLA LETTERA IN INGLESE INVIATA ALLA DIREZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

10 Novembre 2018

 

Egregi Signori,

Grazie per la Vostra lettera del 19/9/18 che accusa ricezione della nostra denuncia del 2 Settembre.

Quale altro materiale di sostegno relativamente al lago di Bolsena, Vi informiamo che il 18 Ottobre 2018 abbiamo presentato le nostre osservazioni al Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio (PTAR) che è stato proposto con il DGR 819/2016. Il PTAR include tutti i bacini idrogeologici della Regione Lazio, come richiesto dalla Direttiva Acqua (WFD), art. 13. Prima della sua approvazione il PTAR deve essere sottoposto alle osservazioni dei portatori di interesse quali comuni, associazioni, ecc. È un piano molto importante, in particolare per noi che viviamo in vicinanza di un lago. Se nessuno fa osservazioni “chi tace acconsente”; il piano verrà approvato nello stato in cui è stato proposto. Per la popolazione e per il lago sarebbe un disastro. Le osservazioni dovevano essere presentate alla commissione VIII (Ambiente) della Regione Lazio il giorno 18 Ottobre 2018 e confermate per scritto entro il 21 Ottobre (in violazione dell’art. 14.2 del WFD che consente “almeno sei mesi” per le osservazioni).

La Regione non ha sollecitato i Comuni invitandoli a studiare il PTAR e presentare le loro osservazioni per cui nessun comune del bacino del lago di Bolsena si è presentato all’audizione. Quelli, come noi, si sono prenotati, hanno ricevuto il testo via internet con un giorno di anticipo. Il PTAR è il primo aggiornamento della gestione dei bacini che era dovuto nel 2014, per cui è basato su dati ambientali completamente scaduti. Il piano è di 1246 pagine piene di dati e rappresentazioni grafiche che non possono essere letti e valutati in poche ore. Tuttavia ci siamo presentati all’audizione e, limitatamente al lago di Bolsena, abbiamo verbalmente dichiarato quanto segue:

“Il PTAR, come ogni piano, inizia con la descrizione dello stato attuale dal quale si sviluppano le azioni da fare. Il PTAR abbonda di descrizioni, ma sembra carente in alcune parti. Ad esempio non descrive chiaramente la situazione idrogeologica.

Il lago che è di origine vulcanica ha per conseguenza un bacino di raccolta delle piogge molto piccolo per cui il fiume emissario ha una portata irrisoria. Il tempo di ricambio del lago è di 300 anni, quindi tutto quello che entra nel lago vi rimane praticamente per sempre. Gli inquinanti pesanti insolubili come il terriccio si depositano sul fondo, quelli solubili sono in piccola parte abbattuti dall’ecosistema, quelli galleggianti come gli escrementi, che sono il tema del giorno, migrano lentamente verso l’emissario e raggiungono il litorale di Tarquinia dopo aver lasciato nel lago abbondanti dosi di sostanze solubili come il fosforo che è un nutriente del fitoplancton che è causa dell’eutrofizzazione del lago.

Il PTAR dà una visione dello stato attuale non rispondente alla realtà. Descrive come “buono” lo stato del lago e “eccellente” la balneazione. Partendo da questa base il Piano è inutile, basta lasciare le cose come stanno.

Ma non è così. Sul mio tablet è registrato un video che mostra gli sversamenti di liquami nel lago. Sono in corso dei lavori di ripristino del sistema fognario, ma i lavori sono in ritardo e i liquami seguitano a giungere abbondanti al lago. La Consigliera regionale Silvia Blasi e la Consigliera del Comune di Montefiascone Rosita Cicoria hanno fatto un’ispezione ufficiale al cantiere ed hanno rilevato “che i lavori attualmente sono fermi e su 20 stazioni solamente in 4 sono stati montati sia quadri che pompe; nelle restanti i quadri sono stati solamente cantierati ma non installati. In molte stazioni non sono presenti tutte le pompe previste da progetto ed i gruppi elettrogeni non sono tutti funzionanti”. Alcuni giorni fa il Sindaco di Bolsena ha fatto una conferenza pubblica descrivendo una situazione allarmante. Alla conferenza era presente una rappresentante dei sindacati balneari di Tarquinia che ha testualmente detto: vengo da Tarquinia e quindi, quando Lei Sindaco ha detto che il fiume, che diventa un merdaio, finisce a Tarquinia, chiaramente mi ha colpito al cuore … Quando i lavori di ripristino sulle stazioni di pompaggio del collettore fognario detto circumlacuale saranno terminati si potrà forse dire che finalmente il problema della balneazione e del turismo sono stati risolti, ma certamente non quello dell’eutrofizzazione. Il danno è già stato fatto durante tanti anni di rinvio dei lavori: una grande quantità di fosforo proveniente principalmente dagli sversamenti fognari si è ormai accumulata nel lago Infatti il fosforo totale è passato da 8 microgrammi per litro nel 2005 a 16 nel 2017.

Per questo motivo il lago è passato dalla classificazione “buono” a “sufficiente” infrangendo il d. lgs 152/2006 che prescrive che i laghi che sono in stato sufficiente devono passare a “buono” entro il 2015. La Commissione europea si sta interessando a questa grave infrazione. Passando al piano non dirò qui cosa dovrebbe essere fatto dato che presenterò le mie osservazioni in forma scritta, ma evidenzio che secondo l’articolo 452 del Codice Penale costituisce disastro ambientale l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema, o quando l’eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile con provvedimenti eccezionali, in particolare quando il danno è prodotto in un’area protetta. Crediamo che uno dei problemi del lago sia lo scarso interesse elettorale dato che gli elettori nel bacino rappresentano solo lo 0,3% dell’elettorato del Lazio.

 

Al termine dell’audizione abbiamo presentato le seguenti osservazioni scritte: Alla Commissione VIII della Regione Lazio Nella qualità di Presidente dell’Associazione Lago di Bolsena, in data 18/10/2018, presento le mie osservazioni al PTAR (D.G.R. 819/2016) come previsto dal d. lgs 3/4/2006 n° 152 art 122.

È opportuno premettere lo stato attuale del lago nei suoi aspetti qualitativi principali che sono la balneazione e il processo di eutrofizzazione. Per quanto riguarda la balneazione è sufficiente guardare il video (allegato) registrato in agosto in cui si vedono grandi quantità di escrementi galleggiare all’uscita di alcune stazioni di pompaggio che poi, trasportati dalle correnti, raggiungono le zone pelagiche. Quando i lavori di ripristino sulle stazioni di pompaggio del collettore fognario detto circumlacuale saranno terminati si potrà forse dire che finalmente il problema della balneazione e del turismo sono stati risolti, ma certamente non quello dell’eutrofizzazione. Il danno è già stato fatto durante tanti anni di rinvio dei lavori: una grande quantità di fosforo proveniente principalmente dagli sversamenti fognari si è ormai accumulata nel lago come mostra il grafico tratto dalla pubblicazione scientifica indicata successivamente. Infatti il fosforo totale è passato da 8 microgrammi per litro nel 2005 a 16 nel 2017.La direttiva Europea Water Framework Directive (WFD) 2000/60/CE relativa alla tutela delle acque recepita con il D. Lgs 152 , all’articolo 77 dispone che i laghi, che erano in stato “sufficiente” nel 2008 debbano raggiungere lo stato “buono” nel 2015. Nel nostro caso è accaduto l’inverso, il lago che nel 2008 era nello stato “buono” è attualmente degradato a “sufficiente” come da certificato da ARPALAZIO per il periodo2015-2017, per cui si impone, tramite il PTAR l’urgente inversione a “buono”. La Consigliera regionale Silvia Blasi e la Consigliera del Comune di Montefiascone Rosita Cicoria hanno fatto un’ispezione ufficiale al cantiere ed hanno rilevato “che i lavori attualmente sono fermi e, su 20 stazioni solamente in 4 sono stati montati sia quadri che pompe; nelle restanti i quadri sono stati solamente cantierati ma non installati. In molte stazioni non sono presenti tutte le pompe previste da progetto ed i gruppi elettrogeni non sono tutti funzionanti”.

Dopo l’ispezione ha fatto seguito un incontro con il Responsabile dei lavori dal quale è emerso che “almeno per il momento, i lavori di rifacimento delle stazioni di sollevamento non possono proseguire, in quanto il budget a disposizione è stato esaurito, quindi si spera che arrivino altri finanziamenti per terminare i lavori sulle stazioni. Per quanto riguarda il depuratore a Marta, attualmente sotto sequestro, sarà prima di tutto necessario reperire i fondi per lo smaltimento dei fanghi di depurazione, costo che secondo quanto detto dall’ingegner Proietti, può essere molto variabile ma mediamente si aggira intorno ai 150 euro a tonnellata; considerando che le tonnellate da smaltire sono all’incirca 5000, si dovrà reperire una cifra piuttosto considerevole”. Ossia 750.000 euro. Il PTAR stabilisce un ordine di importanza per i vari interventi di tutela e ripristino, e attribuisce fondi secondo le necessità dei bacini.

In questo senso le osservazioni e richieste di aggiornamento del PTAR con riferimento al Lago di Bolsena (Bacino Marta) sono:

1) La valutazione dello stato di qualità del lago di Bolsena come “buono” (p. 235, tabella p. 295, ) è erronea.

Sia l’ARPA Lazio (tabella di sintesi dello stato ecologico e chimico dei laghi del Lazio - periodo di monitoraggio 2015 – 2017), che un’autorevole pubblicazione scientifica (R. Mosello et al: Long-term changein the trophic status and mixing regime of a deep volcanic lake - Lake Bolsena, Central Italy) dimostrano che lo stato del lago è attualmente “sufficiente”. Con ciò anche la definizione degli obiettivi ("mantenimento", tabella 8-5, p. 323), gli indici di criticità (tabella 8-4, p. 320) e il calcolo degli investimenti (tabella 6-5, p. 225) sono da rivedere. Ciò considerando che (come si legge a p. 333): “L’obiettivo minimo di qualità della risorsa imposto dalla Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE) è il “buono stato ecologico” dei corpi idrici, e questo obiettivo si può considerare “non negoziabile”. Inoltre, questa direttiva pone il divieto al peggioramento: queste due violazioni della direttiva sono oggetto di un’indagine della Commissione Europea.

2) Contestiamo anche la classificazione delle acque di balneazione come eccellenti (4.1.9 e tabella 4-1 (p.162), che è una conseguenza della bassa frequenza dei monitoraggi e del numero troppo basso dei punti di prelievo, in violazione della Direttiva europea 2006/7/CE per corpi d’acqua con frequenti “inquinamenti a breve durata” come il Lago di Bolsena.

La dimostrazione lampante è il fatto che la zona del lago (22 -Allacciamento Strada S. Antonio), dove durante l’estate 2018 per mesi si riversavano tutte le acque fognarie dei quattro comuni settentrionali, in questo stesso periodo è qualificata di balneabilità eccellente.

3) Le misure di conservazione nelle Zone Speciali di Conservazione della rete europea Natura 2000 proteggono l’ambiente e conservano la sua integrità, e con ciò riducono i costi di interventi di ripristino e conservazione. Le misure di conservazione adottate dalla Regione Lazio per il Lago di Bolsena non corrispondono ai criteri della Direttiva Habitat (92/43/CE), e di conseguenza comportano costi addizionali. Il PTAR dovrebbe chiedere l’adeguamento delle misure di conservazione alla normativa.

4) Costi delle infrazioni della normativa europea: per il Lago di Bolsena è in corso la procedura di preinfrazione EU PILOT 6800/14/ENVI per la mancante applicazione della Direttiva 91/271/CE. Sono in corso indagini per la violazione della Direttiva Quadro Acque. Tre procure indagano per delitti contro l’ambiente legati all’inquinamento del lago. Gli indici economici e di criticità dovrebbero tenere conto di queste indagini e dell’urgenza di risolvere le violazioni della normativa europea, anche considerando le pesanti penalità in seguito a condanne dalle Corti Europee (vedi le condanne C-251/17 31 maggio 2018).

5) Il malfunzionamento della parte finale del collettore circumlacuale e del depuratore sito sul fiume Marta hanno per anni pesantemente inquinato il Marta e la sua foce a Tarquinia. Attualmente, tutte le acque fognarie dei comuni del lago finiscono nel fiume senza depurazione, con gravi danni per l’ecosistema del fiume e per il turismo balneare del comune di Tarquinia e limitrofi. Gli indici economici e di criticità dovrebbero tenere conto dell’urgenza di risolvere questi problemi.

Tutto ciò premesso il PTAR deve intervenire su tutte cause di inquinamento Gli interventi necessari per ottenere un ipotetico ripristino non riguardano solo il collettore, per il quale occorrono comunque lavori aggiuntivi, ma anche le fognature comunali, il litorale a ponente rimasto senza collettore, l’abusivismo e l’agricoltura. I provvedimenti che riteniamo necessari sono i seguenti:

1. Aggiornare il progetto di ripristino del sistema fognario consortile. L’attuale progetto di ripristino del sistema fognario risale al 2012 mentre la gara di appalto è stata fatta nel2016. Nel corso dei quattro anni di rinvii (ora sono sei anni) si sono resi necessari altri lavori non previsti che hanno portato a lavori aggiuntivi improvvisati. Il progetto originario era presumibilmente studiato al risparmio perché non comprendeva alcuni capitoli che è necessario inserire per riportare il lago allo stato “buono”:

- il collaudo delle tubazioni ormai datate;

- il sistema di telecontrollo;

- i bacini di raccolta temporanei in caso di pioggia eccesiva,

- una congrua scorta di pezzi di ricambio.

Occorre assegnare i suddetti lavori senza gara di appalto per motivi di emergenza. Occorre inoltre anche assicurare un finanziamento annuale per la manutenzione del sistema fognario ad evitare che in futuro i lavori di ripristino deteriorino e il sistema torni allo stato attuale. Da risolvere anche il finanziamento per la eliminazione dei fanghi giacenti nel depuratore.

2. Studiare come può essere tutelata la parte di litorale a ponente rimasta senza collettore Il prolungamento del collettore attuale appare troppo oneroso, sono da studiare proposte di fitodepuratori locali che possono essere finanziati dalla comunità Europea se innovativi.

3. Rivedere e sistemare le fognature comunali nelle parti che sversano al lago o nei fossi affluenti Questo capitolo appare troppo oneroso per i singoli comuni perché in molti casi occorre separare le acque bianche da quelle nere. I costi sono troppo alti per essere sostenuti dai comuni per cui occorre un finanziamento straordinario regionale.

4. incentivi per l’agricoltura eco compatibile specifica per i bacini lacustri In passato è stata incentivata l’agricoltura estensiva ritenendo che abbondasse l’acqua. Si sono poi verificate dei problemi quantitativi, tanto che la portata del fiume emissario è dimezzata. Recentemente sono state incentivate le colture di noccioleti altamente inquinanti per i laghi come per il lago di Vico.

5. provvedimenti per evitare l’abusivismo incluse le fosse biologiche a perdere nel bacino idrogeologico Secondo una stima del Cobalb vi sono 300 abitazioni isolate non collegate al collettore, oltre a impianti zootecnici. Il villaggio dei Felceti a Valentano riversa verso il lago liquami nei frequenti casi di malfunzionamento delle pompe verso il proprio depuratore ubicato sul versante opposto del bacino6. opposizione alla geotermia nel bacino idrogeologico Secondo studi di esperti la geotermia nel bacino può provocare la risalita di arsenico nel lago provocando un inquinamento aggiuntivo di arsenico da evitare in modo assoluto. L’impianto di Castel Giorgio in Umbria preleva fluido geotermico dall’Umbria e lo scarica verso il Lazio senza alcuna autorizzazione.

Va fermato dalla Regione Lazio.

Vogliamo infine ricordare che nel giugno 2009 la Provincia di Viterbo approvò il Piano di Gestione del Lago (PdG), nell’ambito del III accordo integrativo dell’accordo di programma quadro “aree sensibili (APQ7)”. È stato realizzato dalla Provincia di Viterbo con la collaborazione dell’Università della Tuscia e della Società Lynx Natura e Ambiente . Il PdG indica i provvedimenti formulati da esperti dell’ecosistema lacustre, basati su un esteso studio generale conforme ai principi stabiliti dalla Habitat Directive, ma è stato ignorato dalla Regione Lazio.

Distinti saluti.

Piero Bruni

Associazione Lago di Bolsena