Gennaio 2021: Positiva inversione di rotta della Regione. Mai più sversamenti fognari nel Lago di Bolsena

2021

POSITIVA INVERSIONE DI ROTTA DELLA REGIONE

MAI PIÙ SVERSAMENTI FOGNARI NEL LAGO DI BOLSENA

 

La Regione Lazio, la società TALETE e gli azionisti dell’ex COBALB (Provincia e Comuni attorno al lago) hanno stipulato fra loro un Protocollo d’Intesa che consentirà la lunga e complessa transizione della gestione del sistema fognario dall’ex COBALB alla società pubblica TALETE. Il protocollo di intesa è lungo 61 pagine, ma vale la pena leggerlo perché è un documento fondamentale per il futuro della nostra comunità lacustre.

 

Dal protocollo risulta che è stata determinante la pressione della Commissione Europea che nel lontano 2014 aveva avviato nei confronti dell’Italia il caso EU Pilot 6800/14/ENVI; si tratta di un avviso di precontenzioso che implica un’indagine e un monitoraggio continuo per stabilire se viene commessa una infrazione della Direttiva Acque Reflue Urbane. A seguito di tale avviso e dopo interminabili rinvii, la Regione aveva indetto una gara d’appalto per i lavori di ripristino del collettore fognario, gara vinta nel 2017 dalla ditta LUISIANA. I lavori sono stati assegnati il 5 settembre 2017, ma di fatto sono iniziati nel marzo del 2018. Successivamente, la ditta LUISIANA è stata ritenuta inadempiente, per cui il contratto è stato risolto ed è in corso una richiesta per danni. Siamo così arrivati al 2020 senza alcun tangibile miglioramento dell’impianto fognario, dopo sei anni dalla comunicazione del precontenzioso da parte della Commissione Europea.

L’anzidetto caso EU Pilot 6800/14/ENVI non è direttamente collegato alla Direttiva Quadro Acque, che riguarda specificamente il degrado qualitativo del lago, tuttavia il dissesto del sistema fognario è certamente la principale concausa. Come riportato nel protocollo d’intesa, il degrado è certificato ufficialmente dall’ARPA che ha declassato lo stato del lago da “buono” a “sufficiente”. L’Associazione Lago di Bolsena, che da 20 anni esegue sistematici monitoraggi del lago a livello professionale, ha registrato un aumento della concentrazione del fosforo totale, che nel 2014 era di 13 µg/l, quando è stata avviato il caso EU Pilot 6800/14/ENVI, e che, alla fine dell’anno 2020, ha raggiungendo 18 µg/l, aggravato da un disastroso strato anossico al fondo del lago dello spessore di 8 metri!

Ricordiamo una precedente occasione, volutamente perduta dalla Regione Lazio: nel 2013 la Commissione Europea aveva avviato un precontenzioso nei confronti della Regione (caso EU Pilot 4999/13/ENVI) per non avere programmato le misure necessarie finalizzate alla designazione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC). La procedura fu “benevolmente” chiusa a seguito dell’adozione da parte della Regione di tre misure marginali, non sostanziali per salute del lago, ossia: il mantenimento del livello del lago, il miglioramento della pesca alla carpa e il miglioramento delle ancore delle imbarcazioni turistiche. Poteva essere una buona occasione per adottare delle misure veramente efficaci per evitare il previsto degrado del lago, che poi è puntualmente avvenuto.

Il degrado qualitativo registra la somma delle varie concause senza distinguerle: tutto si somma! In sintesi, queste sono dovute al sistema fognario ed all’agricoltura intensiva. Il sopra citato protocollo d’intesa riguarda il collettore fognario. Per quanto riguarda l’agricoltura, è allo stato di progettazione l’istituzione di un distretto biologico attorno al lago che, oltre a migliorare l’ambiente e la salute dei cittadini, ridurrebbe l’impatto di sostanze inquinanti sul lago.

Il testo unico sulle acque del 2006 stabilisce che in ogni ambito territoriale, per la distribuzione dell’acqua, la raccolta e il trattamento dei reflui, vi sia un “Servizio Idrico Integrato (S.I.I.)”, affidato ad un unico gestore. Nel nostro caso l’Ambito Territoriale è la ATO1VT, che ha affidato la gestione del Servizio Idrico Integrato alla Società pubblica TALETE. Sotto questo aspetto il COBALB non era in regola da 14 anni, in quanto raccoglieva e trattava solo i reflui di alcuni comuni.

Neppure la distribuzione dell’acqua è attualmente in regola, perché in parte è ancora effettuata dai comuni che dispongono di pozzi nel proprio territorio. Per regolarizzare la situazione occorrerebbe trasferire l’anzidetta attività a TALETE, ma i comuni si oppongono perché temono un aumento delle tariffe. Da non dimenticare che l’acqua prelevata dai pozzi contiene arsenico oltre i limiti di legge e che per renderla potabile occorre una costosissima manutenzione degli appositi filtri.

La transizione dell’attività dall’ex COBALB e dai Comuni alla TALETE è necessariamente lunga e progressiva e richiederà almeno due anni. Il protocollo d’intesa prevede due fasi a partire dal maggio 2020, cioè da quando le parti hanno firmato il protocollo. Le fasi saranno finanziate alla TALETE dalla Regione Lazio con 1,5 milioni di euro, di cui sono stati anticipati 300.000 euro.

La prima fase di tre mesi, detta attività di ricognizione, iniziata come detto in maggio, è stata completata. Tale fase prevedeva la valutazione dello stato in cui si trovava l’impianto ereditato dal COBALB al fine di determinare gli interventi necessari per metterlo a norma.

Questa prima fase comprende anche le attività di manutenzione preliminare: durante questi mesi TALETE si è impegnata a mantiene operativo l’impianto nei limiti delle risorse disponibili. Durante la fase preliminare, che si è di fatto prolungata oltre il periodo inizialmente previsto, si sono già visti risultati positivi, in quanto durante l’estate vi sono stati pochi sversamenti di breve durata, grazie alla sorveglianza continua e ai rapidi interventi della TALETE. Il problema principale è la mancanza di pompe di scorta per poter garantire la funzionalità.

La seconda fase, detta attività di conduzione, che inizierà a valle delle attività di ricognizione, presumibilmente nel corso del mese di gennaio 2021, prevede la conduzione dell’impianto fognario circumlacuale e delle stazioni di sollevamento per il periodo di un anno, durante il quale l’impianto dovrebbe essere messo progressivamente a norma, eventualmente prorogabile ad un altro anno. Durante questa fase verrà sicuramente attivato il teleallarme. In proposito TALETE, al fine di assicurare la massima trasparenza, appare disposta a condividere le informazioni derivanti dal sistema di telecontrollo, rendendole visibili agli enti locali e di controllo nei limiti del mantenimento della sicurezza del sistema dal punto di vista informatico aziendale.

Nell’ambito della seconda fase è prevista anche una attività di progettazione che sarà implementata contestualmente all’inizio delle attività di conduzione (fase due). Per questa seconda fase la Regione ha stanziato complessivamente 1,2 milioni di euro. L’attività di progettazione prevede l’elaborazione di un progetto per il completo ripristino e messa a norma del sistema di collettamento ex COBALB, incuso il depuratore di Valentano, esclusi il depuratore di Marta e le reti comunali. Per la realizzazione del progetto è stato lanciato dalla TALETE un bando di gara (40.000 euro) che è stato vinto da un tecnico di Roma sulla base del massimo ribasso.

Durante le due fasi anzidette, i responsabili dell’impianto rimangono i Comuni, avendolo ricevuto dal Curatore Fallimentare a seguito del fallimento del COBALB.

Il progetto dovrebbe prevedere anche il controllo della tenuta delle tubazioni mediante la misurazione delle portate all’entrata e all’uscita delle stazioni di pompaggio. Si prevede che i lavori previsti dal progetto avranno un costo dell’ordine di 3-4 milioni di euro escluso il depuratore di Marta. Presumibilmente il collettore mancante lungo il litorale a ovest verrebbe completato con un nuovo tratto collegato con la stazione S1 nel comune di San Lorenzo Nuovo.

La situazione del depuratore ubicato nel territorio del comune di Marta è completamente ferma. È necessario anzitutto smaltire i fanghi rimasti nelle vasche con un intervento stimato in 900.000 euro, riducibili a 200.000 euro se i fanghi vengono preventivamente essiccati. TALETE si è dichiarata disposta a gestire temporaneamente l’impianto, ma occorrono adeguati finanziamenti.

Per tutelare il lago contro gli scarichi fognari abusivi, dilavati o percolati, da parte di case private con fosse biologiche a perdere, ristoranti, allevamenti, ecc., occorre un’efficace sorveglianza che dovrebbe essere fatta non solo dai Comuni, ma anche dai Carabinieri Forestali.

L’anno 2021 inizia con una situazione dello stato del lago, ereditata dalla precedente gestione, che si riassume con due numeri: 1) concentrazione del fosforo totale 18 µg/l; 2) spessore dello strato anossico al fondo di 8 metri. Partendo da questi due dati disastrosi si potrà misurare in futuro l’efficacia del protocollo d’intesa. Il successo dipenderà dalla Regione Lazio, che dovrà assicurare la puntuale erogazione dei finanziamenti, e dalla TALETE che dovrà ripristinare a norma l’impianto per poi gestirlo senza che mai più avvengano sversamenti di liquami nel lago. Si spera che anche l’Europa partecipi a questo progetto essendo il Lago di Bolsena un Lago d’Europa.

In qualità di cittadini vogliamo credere a questa sfida e collaborare attivamente al fine di evitare che il lago precipiti in un degrado irreversibile.

Piero Bruni

 

Rev. 10/01/2021